Quest’anno vi proponiamo un approccio “detox” alternativo e altrettanto benefico: il Digital Detox. Liberate la mente dalle catene digitali e riscoprite il benessere delle connessioni umane.

Quasi come per tradizione iniziamo il nuovo anno con una lista di buoni propositi che, ogni volta, ci promettiamo di portare realmente a termine. Dedicare del tempo ai propri cari, ai propri hobby, prendersi cura di sé, impegnarsi nello sport e adottare una dieta sana ed equilibrata, sono i propositi comuni più ricorrenti. In cima alla lista c’è sempre un sano “detox post-feste”, utile per rimettersi fisicamente in forma e debellare quel senso di gonfiore dovuto agli eccessi a tavola, ma cosa possiamo realmente fare per rigenerare la nostra mente?

Nella realtà quotidiana, alle prese tra mille impegni e sempre di corsa ci si sofferma meno del dovuto a pensare al benessere del proprio corpo, e ancor meno a quello della mente, altrettanto essenziale.

Attendiamo sempre con ansia il momento di un viaggio o una gita fuori porta per staccare la spina ma, anche piccoli accorgimenti possono aiutarci a disintossicare la nostra mente da stanchezza e preoccupazioni. Assicurarsi sempre un buon sonno ristoratore, concedersi passeggiate all’aria aperta immersi nel verde, praticare attività rilassanti come lo yoga, ritagliare del tempo da dedicare alla meditazione, alla lettura oppure a un bagno caldo, possono rivelarsi ottimi alleati per allentare stress e tensioni.

Molte abitudini, infatti, sono “tossiche” tanto quanto uno stile di vita irregolare o una dieta squilibrata: staccare dai dispositivi elettronici che ci circondano, di cui spesso siamo dipendenti, può giovare la nostra salute mentale. A tal proposito…

Ragazza che legge un libro

Hai mai sentito parlare di digital detox?

Letteralmente “disintossicazione digitale”, con l’espressione digital detox si fa riferimento ad un periodo di pausa dall’utilizzo eccessivo dei dispositivi digitali o da alcuni media.

Nell’era dell’iperconnessione, il ricorso alla tecnologia si allontana sempre di più dalla sfera della consapevolezza, sfociando in un uso smodato e fuori controllo. Basti pensare che, stando ai dati riportati da alcuni studi, risulta che nella maggior parte dei casi, controlliamo il nostro smartphone tra le 2500 alle 5000 volte al giorno. Senza trascurare il fatto che per moltissime persone questo risulta essere il primo pensiero al mattino, controllandolo entro 5 minuti dal risveglio, vittime dell’inconscia nomofobia, meglio nota come “paura di perdersi qualcosa” (fear of missing out).

Secondo una ricerca della Nielsen un adulto trascorre circa 11 ore al giorno sui digital media, di cui almeno 4 per ragioni non professionali o importanti, ma per puro svago.

Controindicazioni dell’iperconnessione

Non sono pochi gli effetti negativi derivanti dalle lunghe immersioni nel mondo digitale. La costante iperstimolazione a cui ci sottoponiamo vivendo costantemente in rete può:

  • Generare ansia, stress: tecnostress, concetto ampliato nel 1998 dagli psicologi Weil e Rosen ed inteso come “ciascun impatto o attitudine negativa, pensieri, comportamenti o disagi fisici o psicologici causati direttamente o indirettamente dalla tecnologia”;
  • Portare a una dipendenza da like – mi piace – (più nello specifico, nell’ambito dei social media), con una conseguente perdita di autostima e senso di valutazione personale basato su metriche superficiali;
  • Provocare una sensazione di solitudine ed isolamento, data dalla la mancanza di interazioni autentiche e profonde;
  • Compromettere la qualità del sonno;
  • Influire negativamente sulla nostra concentrazione;
  • Danneggiare la nostra vista, a causa della radiazione elettromagnetica emessa da qualsivoglia dispositivo LCD o LED, meglio nota come luce blu.
  • Inficiare negativamente sulla nostra pelle. Anche in questo caso l’artefice è la luce blu: la sovraesposizione alle sue radiazioni accelera l’invecchiamento cutaneo e genera secchezza della pelle, poiché induce una riduzione delle acquaporine, ovvero le molecole responsabili del mantenimento del giusto livello di idratazione della pelle. Inoltre, la luce blu può innescare la formazione di macchie e attivare le metalloproteinasi, responsabili della distruzione del collagene, provocando la comparsa di rughe.

Alla luce di ciò, in molti nasce l’esigenza di riprendere il controllo di sé e del proprio tempo, per impiegarlo in modo più produttivo e ritrovare un sano equilibrio.

Il digital detox assume forme diverse da persona a persona: c’è chi opta per una disconnessione totale, c’è chi invece sceglie di limitare l’utilizzo dei dispositivi digitali a determinati orari o per determinate attività, e chi addirittura stabilisce volontariamente un “digital detox day”, da trascorrere dedicandosi ad altre attività.

Può variare la modalità ma l’obiettivo è uguale per tutti: purificarsi dall’iperstimolazione che deriva dallo stare sempre connessi, ritrovando una certa calma interiore e migliorando la nostra concentrazione.

Consigli pratici

Ormai le nostre vite son tarate sul ricorso ai dispositivi digitali, non si fa più nulla senza l’aiuto del nostro smartphone o addirittura smartwatch, pertanto disconnettersi è quasi impensabile.

Ecco alcuni suggerimenti per mettere in pratica un digital detox efficace:

  • Stabilisci delle ore free digital in cui ci si impegna a non utilizzare dispositivi digitali;
  • Riduci o disattiva le notifiche, lasciando solo ciò che è davvero importante;
  • Evita l’utilizzo dello smartphone a tavola e in camera da letto;
  • Stabilisci un limite di tempo massimo giornaliero da trascorrere sui social media;
  • Fissa degli orari prestabiliti per controllare le mail, i messaggi e per accedere la prima volta al mattino e l’ultima volta la sera ai tuoi vari profili. Evitando così la smania di controllare di frequente lo schermo.

Articolo a cura di Rosa Martucci

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