La vitamina D è, oggi ancor di più, oggetto di interesse per la comunità scientifica l’opinione pubblica.

Ma sappiamo davvero di cosa si tratta, dove possiamo assumerla e in quali quantità? Andiamo alla scoperta di questa importante vitamina.

LA VITAMINA DEL SOLE

La vitamina D viene prodotta nella cute a partire dal 7-deidrocolesterolo per azione dei raggi UVB.

Il sole emette energia sotto forma di radiazioni solari di diverso tipo (visibili, infrarosse, ultraviolette di tipo A, B e C) che raggiungono l’organismo, inducendo diverse reazioni, prima fra tutte i raggi solari permettono, sempre attraverso pelle, la trasformazione della vitamina D in forma attiva.

Si stima che il fabbisogno medio giornaliero di vitamina D sia pari a 10 microgrammi (400 unità internazionali, UI). I fabbisogni reali devono essere valutati caso per caso, soprattutto in presenza di patologie o condizioni di salute particolari.

 

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È stato calcolato che circa 15-30 minuti di esposizione al sole, almeno due volte alla settimana a livello del viso, delle braccia, delle gambe o della schiena apporta una sufficiente sintesi di vitamina D.

Un’esposizione solare regolare rappresenta, pertanto, il modo più naturale ed efficace per un’adeguata produzione endogena di vitamina D. Bisogna, però, uscire all’aria aperta, dietro ai vetri di una finestra non viene esercitato alcun effetto sulla sintesi della vitamina D. L’esposizione solare rappresenta la principale sorgente naturale di vitamina D, tuttavia, essa può essere assunta -in parte – anche con la dieta.

CIBI CHE CONTENGONO VITAMINA D

Una piccola quota di vitamina D (circa il 10-20% del fabbisogno) si può assumere anche con la dieta.

Gli alimenti che contengono vitamina D sono, ad esempio, gli olii di fegato dei pesci marini, alcuni pesci come dentice, tonno, pesce spada, trota, salmone, aringhe e alimenti di origine animale come la carne di maiale, il fegato di manzo, l’uovo e il burro.

cibi che contengono vitamina D
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COME AGISCE LA VITAMINA D

La vitamina D agisce nel corpo come un ormone: attraverso il sangue raggiunge diversi organi “bersaglio” e ne va a controllare diverse funzioni fisiologiche, la più nota è il mantenimento di una corretta struttura ossea.

Per fare questo, promuove l’assorbimento di calcio e fosforo nell’intestino, incrementando la liberazione di calcio nelle ossa.

VITAMINA D: BENEFICI

La vitamina D, tuttavia, è coinvolta in moltissimi processi fisiologici e i suoi recettori sono distribuiti in tutto l’organismo:

  • La vitamina D, ad esempio, è in grado di aumentare la forza nelle fibre muscolari a contrazione veloce, ed è necessaria per una normale contrattilità muscolare.
  • La vitamina D contribuisce al mantenimento di ossa e denti normali.
  • Si ritiene, inoltre, che la vitamina D abbia un ruolo rilevante nella risposta immunitaria modulandola.

Le evidenze e le linee guida, al momento, suggeriscono di garantire livelli adeguati di vitamina D ricorrendo alla supplementazione farmacologica in caso di carenza comprovata.

Per sapere se ne siamo carenti è bene rivolgersi al proprio medico ed eventualmente rilevare il livello della “25 idrossivitamina D” nel sangue o di “25 (OH)D” con un semplice prelievo.

In caso di necessità l’assunzione di vitamina D3 può avvenire sia attraverso compresse, gocce, flaconcini ma anche nelle moderne  forme orali, che si sciolgono in bocca al contatto con la saliva, senza bisogno di acqua, utile per una grande fetta di popolazione come quella disfagica, (allettati, anziani).

VITAMINA D: DEFICIT 

La vitamina D, tuttavia, come abbiamo visto è coinvolta in moltissimi processi importantissimi per il nostro organismo. Una eventuale carenza di questa vitamina  determina il rachitismo nei bambini o l’osteomalacia negli adulti, a causa di un ritardo nella mineralizzazione.

Queste patologie oggi sono malattie rare nel nostro Paese perché, a differenza del passato e dei paesi meno sviluppati, sono cambiate le abitudini alimentari e di comportamento e le condizioni socio-economiche hanno portato un netto miglioramento nell’assunzione di nutrienti con la dieta o con l’integrazione.

    Articolo scritto in collaborazione con Ibsa

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