Indice

1. Definizione dell’anoressia

2. Anoressia: un’epidemia nascosta e la sua diffusione in Italia

3. Cause multifattoriali dell’anoressia

4. Identificazione dei sintomi e diagnosi

5. Trattamenti e interventi terapeutici per l’anoressia

6. Gestione del disturbo e ruolo di familiari e caregiver

1. Definizione dell’anoressia

L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per il peso corporeo, una percezione distorta del proprio corpo e un rifiuto persistente di mantenere un peso corporeo considerato normale per l’età e l’altezza. 

Le persone con anoressia nervosa spesso limitano drasticamente la quantità di cibo che consumano, evitano determinati tipi di cibo, e possono impegnarsi in comportamenti come il digiuno prolungato o l’eccessivo esercizio fisico pur di perdere peso.

2. Anoressia: un’epidemia nascosta e la sua diffusione in Italia

La SISDCA, la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, stima che 8/9 donne su 100.000 soffrano di anoressia, mentre i casi che interessano gli uomini non superano 1,4 su 100.000. Statisticamente, dunque, circa il 90% dei casi di anoressia nervosa riguarda il genere femminile.

Seppur possa presentarsi a tutte le età, l’anoressia colpisce maggiormente gli adolescenti e i giovani adulti. L’adolescenza e la giovinezza, infatti, sono due fasi della vita caratterizzate da importanti cambiamenti fisici, emotivi e sociali.

3. Cause multifattoriali dell’anoressia

Le cause dell’anoressia nervosa sono considerate multifattoriali: esistono una serie di fattori che possono contribuire allo sviluppo di questo disturbo del comportamento alimentare. I principali sono:

  • Fattori biologici/genetici: esiste una predisposizione genetica all’anoressia nervosa. Una serie di studi hanno dimostrato che le persone con parenti di primo grado affetti da disturbi alimentari hanno un rischio maggiore di sviluppare l’anoressia stessa
  • Fattori psicologici: esistono diversi fattori psicologici che possono contribuire all’anoressia nervosa, tra cui bassa autostima, insoddisfazione corporea, perfezionismo e problemi di controllo. Le persone con anoressia nervosa possono utilizzare il controllo del cibo e del peso come meccanismo per affrontare ansia, stress e altri problemi emotivi
  • Fattori ambientali e socioculturali: la pressione culturale per raggiungere determinati standard di bellezza, che spesso includono la magrezza estrema, può influenzare lo sviluppo dell’anoressia nervosa. I media, la moda e le rappresentazioni dei corpi nelle società occidentali possono avere un impatto significativo sull’ideale di bellezza e sull’autostima delle persone, contribuendo così allo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare
  • Eventi stressanti o traumatici: l’anoressia nervosa può essere scatenata o esacerbata da eventi stressanti o traumatici nella vita di una persona, come traumi emotivi, perdita di una persona cara e conflitti familiari
  • Fattori familiari: le dinamiche familiari possono influenzare lo sviluppo dell’anoressia nervosa. Ad esempio, un ambiente familiare in cui vengono promossi standard irrealistici di aspetto fisico può aumentare il rischio per un individuo di sviluppare l’anoressia
  • Fattori neurobiologici: studi recenti suggeriscono l’esistenza di differenze neurobiologiche nelle persone con anoressia nervosa, come cambiamenti nel funzionamento cerebrale e nei sistemi neurotrasmettitori che regolano l’appetito, la soddisfazione alimentare e il controllo degli impulsi.

4. Identificazione dei sintomi e diagnosi

Gli individui affetti da anoressia nervosa possono manifestare una varietà di sintomi, che possono coinvolgere aspetti fisici, comportamentali ed emotivi. 

I principali sintomi fisici sono:

  • Perdita di peso significativa: una perdita di peso eccessiva, spesso accompagnata da una dieta estremamente restrittiva o digiuni frequenti
  • Esaurimento fisico: affaticamento e mancanza di energia a causa della malnutrizione
  • Problemi gastrointestinali: costipazione, gonfiore addominale, disturbi digestivi e altri problemi gastrointestinali, a causa di schemi alimentari irregolari
  • Mancanza di ciclo mestruale: per le donne, l’anoressia nervosa può causare l’assenza di mestruazioni (nota come amenorrea) a causa dei bassi livelli di grasso corporeo e disfunzioni ormonali
  • Intolleranza al freddo: a causa della mancanza di tessuto adiposo, le persone con anoressia nervosa possono essere più sensibili al freddo
  • Debolezza muscolare: la carenza di nutrienti può portare a una perdita di massa muscolare
  • Caduta dei capelli e unghie fragili: la malnutrizione può causare la caduta dei capelli e rendere le unghie fragili e deboli. 

I sintomi comportamentali più comuni sono:

  • Restrizione alimentare: riduzione significativa dell’apporto calorico e restrizione dei cibi considerati “proibiti”
  • Esercizio fisico eccessivo: una quantità eccessiva di esercizio fisico, spesso oltre i limiti della salute, utilizzato come mezzo per bruciare calorie e perdere peso
  • Controllo ossessivo del cibo: un’ossessione costante per il conteggio delle calorie, l’etichettatura degli alimenti e il controllo del peso
  • Comportamenti di eliminazione: l’uso di lassativi, diuretici, clisteri o induzione del vomito per “eliminare” il cibo consumato
  • Isolamento sociale: ritiro sociale e isolamento dalle attività sociali, spesso a causa di una bassa autostima o di una preoccupazione per l’immagine corporea.

I più diffusi sintomi emotivi, infine, sono:

  • Distorsione dell’immagine corporea: una percezione distorta del proprio corpo, spesso con la convinzione di essere sovrappeso nonostante la magrezza evidente
  • Depressione e ansia: sintomi depressivi e ansiosi, spesso correlati alla preoccupazione per il peso e la forma corporea
  • Irritabilità e cambiamenti dell’umore: oscillazioni dell’umore e irritabilità possono essere osservate in caso di anoressia. Spesso sono legate alla fame e alla restrizione alimentare
  • Bassa autostima: bassa autostima e autovalutazione negativa, spesso basata sull’aspetto fisico e sul peso
  • Rifiuto della realtà: negazione dei problemi legati all’alimentazione e all’immagine corporea, insieme a un rifiuto di accettare l’aiuto o il trattamento.

5. Trattamenti e interventi terapeutici per l’anoressia

Il trattamento dell’anoressia nervosa coinvolge un approccio multidisciplinare che comprende il supporto medico, psicologico e nutrizionale.

Un monitoraggio regolare delle condizioni fisiche è essenziale, specialmente quando la persona è in uno stato di malnutrizione: ciò può includere esami del sangue, valutazioni cardiache e monitoraggio del peso.

Un nutrizionista può sviluppare un piano alimentare equilibrato per aiutare la persona a raggiungere e mantenere un peso corporeo sano. L’obiettivo è spesso il ripristino graduale di un’alimentazione adeguata. 

La terapia cognitivo-comportamentale si concentra, invece, sulla modifica dei modelli di pensiero distorti e dei comportamenti disfunzionali associati all’anoressia nervosa. In alcuni casi, l’uso di farmaci può essere considerato per affrontare sintomi come depressione, ansia o impulsività. Sicuramente la partecipazione a gruppi che coinvolgono persone che affrontano problemi simili può fornire sostegno, comprensione e condivisione delle esperienze.

In casi gravi, quando la malnutrizione è critica o la persona è incapace di gestire l’alimentazione autonomamente, può essere necessario un ricovero in day hospital. 

Il piano di trattamento sarà personalizzato in base alle esigenze specifiche di ogni individuo, tenendo conto di fattori fisici, psicologici e sociali. L’obiettivo principale è il ripristino della salute fisica e psicologica e il miglioramento della qualità della vita della persona.

6. Gestione del disturbo e ruolo di familiari e caregiver

Nella gestione del disturbo dell’anoressia nervosa, il coinvolgimento dei familiari e dei caregiver riveste un ruolo fondamentale. Questo coinvolgimento si estende oltre la semplice assistenza fisica e include aspetti emotivi, psicologici e pratici che contribuiscono al benessere complessivo della persona affetta.

I familiari e i caregiver svolgono un ruolo essenziale nell’offrire un sostegno emotivo e affettivo costante alla persona affetta. Affrontare un disturbo così complesso e debilitante può essere estremamente stressante ed emotivamente sfidante, sia per la persona affetta che per i loro familiari. Il supporto emotivo e affettivo fornito dai familiari può contribuire a mantenere un clima di fiducia, comprensione e supporto reciproco all’interno del nucleo familiare. 

Oltre al sostegno emotivo, i familiari e i caregiver sono coinvolti attivamente nel processo di trattamento e recupero. Questo coinvolgimento può assumere diverse forme, tra cui l’accompagnamento alle sessioni di terapia, l’assistenza nella gestione della dieta e dell’alimentazione, il monitoraggio dei sintomi e del progresso nel recupero e il supporto nell’adesione ai piani di trattamento prescritti.

La comunicazione aperta e rispettosa è fondamentale. I familiari e i caregiver devono essere in grado di ascoltare attentamente le preoccupazioni della persona affetta, rispettare le sue opinioni e coinvolgerla attivamente nelle decisioni riguardanti il suo trattamento. Questo approccio promuove un senso di empowerment e di partecipazione attiva nel processo di recupero.

Inoltre, i familiari e i caregiver possono svolgere un ruolo chiave nel promuovere un ambiente di supporto positivo e non giudicante all’interno della famiglia. Creare un ambiente domestico tranquillo, evitare conversazioni stressanti o incentrate sul peso e la forma corporea, e incoraggiare attività piacevoli e gratificanti possono favorire il benessere generale della persona affetta.

Le informazioni contenute nel Sito hanno esclusivamente scopo informativo, possono essere modificate o rimosse in qualsiasi momento, non possono in nessun caso sostituire una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Se si hanno dubbi o quesiti sull’uso di un medicinale o di un integratore è necessario consultare il medico o il farmacista.

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