Siamo a febbraio, uno dei mesi più freddi dell’anno. In questo periodo in particolare si tende a praticare attività al chiuso e frequentare ambienti riscaldati per proteggersi dalle basse temperature che si pensa possano causare febbre alta e raffreddore nei bambini. Molte mamme si chiederanno infatti come vestire i propri bambini in inverno per scongiurare malanni di vario genere e se sia il caso di uscire ed affrontare il freddo considerando che i bimbi, soprattutto appena nati, possono ammalarsi molto facilmente.

La risposta è sì.

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Anche se si è portati a pensare che il freddo sia il nemico numero uno da scongiurare, bisogna tuttavia sottolineare alcuni importanti aspetti: virus e batteri (principali agenti patogeni che causano raffreddori ed influenza) trovano nei luoghi chiusi, caldi e affollati il loro habitat ideale e anche un’opportunità particolarmente ghiotta di infettare nuovi soggetti contemporaneamente.

Inoltre, l’esposizione alle basse temperature limita la replicazione di virus e batteri da un lato e aiuta a rafforzare il sistema immunitario dall’altro.

Lo sanno bene molti paesi dell’Europa del Nord nei quali è pratica comune far sonnecchiare i neonati all’aperto ed esposti a temperature anche molto rigide, come potrebbe capitarci di osservare se sbirciassimo in un passeggino in Islanda o in Scandinavia, per esempio. Se i bambini vengono adeguatamente coperti, infatti, i benefici sono assolutamente assicurati anche se a primo impatto questa pratica verrebbe trovata “agghiacciante” da molte mamme qui in Italia.

Non è il freddo, dunque, ad essere dannoso di per sé e non ha un effetto di “congelamento” del sistema immunitario: sono piuttosto gli sbalzi termici repentini a far ammalare. Questo accade in quanto, nel passaggio molto veloce dal caldo al freddo e dal freddo al caldo, si va ad inibire un processo molto importante che è la cosiddetta clearance mucociliare.

Con questo termine si intende un meccanismo di difesa e di “autopulizia” delle cellule che costituiscono le vie aree superiori (cavità nasali, bocca, faringe, nasofaringe e laringe). Queste cellule sono dotate di piccole protrusioni chiamate “ciglia” mobili, che con il loro movimento determinano un continuo ricambio del muco ivi presente e che rimangono invece immobilizzate in seguito a un repentino cambio di temperatura. Il risultato? Il muco non viene rinnovato, le prime vie aree non vengono “pulite” e questo facilita l’infezione da parte di virus e batteri.

Il freddo, dunque, non dovrebbe impedirci di godere insieme ai nostri piccoli appena nati di una bella passeggiata nel parco o attività e giochi outdoor di vario tipo per i più grandi. Tutto questo è anzi utile per vari motivi: nei più piccoli stimola l’appetito e il senso di rilassamento e, se la giornata è soleggiata, viene favorita la produzione e l’assorbimento di vitamina D essenziale per la crescita, tenendo a mente che l’esposizione al sole è possibile solo dopo i 6 mesi. Per non parlare di tutti gli stimoli sensoriali ai quali i nostri piccini sono estremamente sensibili e dai quali traggono molti benefici. E non importa se ha appena nevicato, anzi: l’aria sarà ancora più pulita.

Per cui via libera alle passeggiate, l’importante è prendere i dovuti accorgimenti.

Alcuni consigli utili

Ecco ora alcune precauzioni da prendere per non rinunciare a passeggiate ed attività all’aperto anche durante la stagione invernale.

All’aperto

  • Uscire nelle ore meno fredde della giornata (preferibilmente quelle centrali).
  • Coprire adeguatamente il piccolo avendo la premura di fargli indossare sempre un cappello. Mantenere bene al caldo le estremità corporee e nello specifico la testa, infatti, aiuta a tenere caldo tutto il corpo (la testa è la regione del corpo con più dispersione termica). Inoltre, optare per indumenti comodi e traspiranti e, in generale, vestire il bimbo “a strati” rimangono sempre le opzioni migliori.
  • Si passeggi utilizzando preferibilmente la carrozzina per consentire ai neonati di muoversi liberamente e dunque attivare la circolazione sanguigna, prendendo l’accortezza di abbassare la cappottina in modo che i raggi del sole (se presenti) arrivino in maniera più attenuata.
  • Tenere sotto controllo l’idratazione.

Al chiuso

  • Regolare la temperatura degli ambienti interni non eccedendo gli standard nazionali consigliati per la stagione invernale (temperatura tra i 18 e i 22° gradi). L’umidità relativa, invece, deve essere del 40-50% per evitare che l’aria diventi troppo secca a causa del riscaldamento. Tutto ciò risulta utile anche per scongiurare uno sbalzo termico eccessivo, che abbiamo visto essere dannoso per la salute.
  • Arieggiare spesso gli ambienti. Il ricambio d’aria, infatti, diminuisce il rischio di infezioni in casa ma anche in uffici, scuole e in generale luoghi dove permangono adulti e bambini al chiuso per diverse ore.
  • Coprirsi anche in casa con abbigliamento adeguato.

Neonati e montagna

Come comportarsi, invece, nel caso si volesse optare per una gita in montagna?

L’adattamento ambientale dei bambini e in particolare dei neonati è infatti molto diverso da quello degli adulti: sarà necessario dunque prendere qualche accortezza in più per quanto riguarda soprattutto la temperatura e il fattore alta quota per godersi al meglio il bianco weekend.

  • In linea di massima, è consigliabile per i bambini sani di età inferiore a 1 anno non superare i 1500 – 2000 metri che non sono adatti per un neonato, a prescindere dai problemi di temperatura.
  • Non è consigliato, inoltre, salire o scendere velocemente da quote superiori ai 1600 metri. Il repentino cambio di quota, infatti, può favorire l’insorgere di otiti e fastidi alle orecchie dovuti al cambiamento di pressione (in questi casi un rimedio utile potrebbe essere far succhiare o masticare il bambino).
  • In caso si riscontrino sintomi quali stanchezza importante, irritabilità, cefalea, nausea, inappetenza ma anche vomito e disturbi del sonno, molto probabilmente ci troveremo di fronte al cosiddetto “mal di montagna” e sarà subito necessario un ritorno a quote inferiori.
  • Utilizzare protezione solare SPF50, scegliere abbigliamento tecnico adatto e curare alimentazione e idratazione.
  • In generale, rivolgersi sempre al proprio medico pediatra in caso di sintomi gravi e persistenti.

Quella della montagna è sicuramente un’esperienza unica, rigenerante e positiva sia per i grandi che per i piccini: è solo importante sapere come viverla. Seguendo questi facili accorgimenti potremmo goderci in serenità l’esperienza e beneficiare della bellezza della natura e della vita all’aria aperta insieme ai nostri bambini.

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