“Ho plasmato la mia vita affinché potesse essere bellissima lo stesso”

– Federico Mancarella

Oggi ospitiamo nel nostro blog Federico Mancarella, Classe 1992, affetto da spina bifida fin dalla nascita, tesserato per il Canoa Club Bologna: un atleta che vanta numerose medaglie nazionali e internazionali, tra cui nel 2014 l’argento in Coppa del Mondo a Milano e il bronzo Europeo in Germania, nel 2019 il terzo posto agli Europei e l’argento ai Mondiali di Szeged ottenendo il pass per i Giochi di Tokyo dove ha vinto la medaglia di bronzo nel kayak 200 metri, categoria KL2.

Federico Mancarella risponde alle nostre domande al rientro da Copenaghen in Danimarca, dove ha disputato e vinto la sua ultima medaglia classificandosi secondo ai mondiali di canoa.

Federico, sei un atleta paralimpico nello specifico affetto da spina bifida, una malformazione o difetto neonatale dovuto alla chiusura incompleta di una o più vertebre che si manifesta in una malformazione del midollo spinale, cosa ha rappresentato per te crescere con questa patologia?

“La spina bifida è una patologia che ho dalla nascita e che nel corso degli anni mi ha portato sicuramente ad affrontare problematiche importanti, ho imparato a convivere con questa malformazione, nel corso degli anni ho dovuto plasmare la mia vita, infatti, affinché potesse essere bellissima lo stesso.

Ho cercato di fare quello che facevano gli altri ma con dei percorsi differenti, da bambino andavo a scuola e ho cominciato ad avere le prime difficoltà come il semplice giocare con gli altri ragazzi o fare delle gite.

In quelle occasioni, ad esempio, mi doveva accompagnare mio padre ma io lo vedevo come un vantaggio perché potevo stare con lui. Poi nel corso degli anni mi sono comunque integrato con gli amici, nella società e ho potuto stringere relazioni strette interpersonali che mi hanno anche aiutato nel corso della vita.”

Come è nata la tua passione per la canoa?

“È una passione nata un po’ per gioco, quando ero in quarta superiore la mia scuola era vicina al fiume – a Casalecchio di Reno – e ho cominciato a fare delle prove al Canoa Club Bologna, dove sono tesserato ancora oggi.

Dal 2014 è iniziata una nuova avventura perché ho avuto la possibilità di indossare la maglia azzurra a Roma, ricalcando le orme di madre che è stata un’atleta della nazionale softball. Ho iniziato poi a gareggiare, affrontare trasferte, ho esordito in coppa del mondo e ho avuto la possibilità di viaggiare molto ma sempre con un supporto medico vicino su cui contare.

Nel 2015 mi sono laureato all’Università di Ferrara e poco dopo mi sono qualificato per le paralimpiadi di Rio de Janeiro dove mi sono posizionato quarto: è stato un anno davvero eccezionale!”

Quale ricordo in particolare hai portato a casa al rientro dalle paraolimpiadi di Tokyo?

“Dopo Rio de Janeiro non vedevo l’ora di avere una nuova opportunità di finale olimpica e per Tokyo abbiamo lavorato moltissimo per portare a casa un buon risultato.

Siamo arrivati a Tokyo dopo un anno davvero difficile e sfidante, sia a livello mentale che fisico, a causa del Covid ma insieme alla mia squadra, all’allenatore abbiamo cercato di lavorare tanto e dare il massimo, il nostro obiettivo era proprio la finale.”

“Mi ricorderò per sempre non solo la medaglia che tengo davanti agli occhi tutti i giorni ma l’emozione indescrivibile di questa esperienza e l’adrenalina che mi ha tenuto sveglio in quei giorni.”

“Dopo una sola settimana siamo ripartiti per il mondiale e siamo riusciti a gareggiare in finale sfiorando l’oro per soli 18 centesimi, resta un po’ di amaro in bocca ma possiamo sempre migliorare e tenere presente che siamo noi i primi sfidanti.”

Lo sport nel percorso di miglioramento della qualità della vita riveste un ruolo fondamentale, tu pratichi anche altri sport?

“Ho provato il monosci da seduto però questo come altri tipi di sport che presentano anche un piccolo rischio di farsi male ed è sconsigliabile quindi una volta che avrò smesso l’attività agonistica mi dedicherò a provare altri sport, del resto la canoa è uno sport fisico che non posso fare per moltissimi anni.

La canoa comunque è stata fondamentale, mi ha dato moltissimo, anche in termini di stimoli, obbiettivi e mi ha permesso di affrontare la sfida più importante: quella con me stesso.”

Una piccola curiosità sul mondo delle farmacie, se ti capita di andare anche direttamente in una farmacia cosa apprezzi come cliente?

“Sono seguito da un esperto per l’assunzione di integratori utili per i miei allenamenti; tuttavia, apprezzo molto alcuni aspetti in farmacia come la grande scelta di prodotti e la possibilità di trovare professionisti in grado di dare delle risposte e fornire consigli. Nonostante la figura del farmacista sia diversa da quello del medico o del nutrizionista per noi atleti paralimpici rappresenta un tassello importante nell’ambito della salute.”

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