La notizia del vaccino anti-COVID-19 autorizzato per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni è un tema ampiamente dibattuto, abbiamo l’onore di parlarne con il Dott. Tommaso Montini, medico, pediatra di famiglia di Napoli.

Comprende la paura dei genitori nei confronti del vaccino ma come consiglia di affrontarla?

“Assolutamente sì! La comprendo profondamente. Difficile tornare indietro quando si è perso il controllo delle emozioni e ora, particolarmente per chi si trova sul campo con un fonendoscopio in mano e non davanti ad una telecamera, è davvero una impresa gestire il caos emotivo popolare tra opinioni personali irrazionali e paure!”

Come affrontare la paura?

“La paura è un meccanismo di difesa automatico del nostro sistema emotivo che ha il potere di bloccare il pensiero critico. Ci salva da pericoli immediati, quindi ha una sua utilità biologica, ma può diventare un problema se se ne perde il controllo. Credo che dovremmo fare un grosso lavoro per recuperare questo controllo e tornare a ragionare con lucidità.”

E allora, che dovremmo fare?

“Io penso che serva una comunicazione con direttive chiare, decise e univoche e meno “opinioni” contraddittorie. Le discussioni tra specialisti e decisori (giustissime!), restino nei congressi tecnici e nelle riunioni specialistiche. A noi arrivino solo le conclusioni, condivise e approvate. Abbiamo bisogno di punti fermi. Noi genitori (io mi metto tra questi) dovremmo poi fare uno sforzo per controllare l’ondata emotiva che offusca la nostra capacità critica e ragionare.  Ammettiamo che non abbiamo gli elementi per valutare da soli temi che possiamo conoscere solo in modo superficiale e lasciamoci aiutare dai nostri dottori! Quelli che ci sono vicini. Quelli a cui affidiamo la nostra salute e quella dei nostri figli. Abbiamo un sistema sanitario che forse è in affanno per tante cose, ma siamo l’unico paese al mondo che garantisce un pediatra, uno specialista non un medico generico, ad ogni bambino! È una ricchezza che spesso dimentichiamo e non usiamo bene perché ci sembra normale. Ma non è normale affatto ed è una peculiarità italiana che ci mette al primo posto nel mondo come qualità di assistenza ai bambini.”

Dopo una fase iniziale in cui i bambini sembravano esclusi dagli effetti severi dell’infezione da Sars-cov2 ora, invece, si inizia a parlare di complicanze, in particolare della MIS-C, ci spiega di cosa si tratta?

“La MIS-C è un quadro clinico molto grave, scatenato da una massiva attivazione del sistema immunitario. Possono essere coinvolti contemporaneamente e in modo grave più apparati: dal cardiovascolare, al renale, al gastrointestinale, al respiratorio. Rapidamente l’insufficienza funzionale di organi fondamentali come il cuore, il rene e il polmone può portare allo shock e alla morte. Con terapie decise e mirate si può salvare la vita dei bambini ma purtroppo sono frequenti danni a lungo termine, particolarmente per il cuore.”

Vaccini ed effetti collaterali (casi di miocarditi), studi clinici abbreviati, basso numero di somministrazioni, c’è molta disinformazione e confusione, proviamo a fare chiarezza su questi tre punti?

“Miocardite, pericardite e mettiamoci anche trombosi: sono complicanze frequenti del Covid! Prima di parlare di vaccini, chiariamoci le idee sul nemico che i vaccini vogliono combattere! La miocardite è una possibile complicanza di tutte le infezioni virali, compresa l’influenza. Il Covid ha aumentato la frequenza di miocarditi nel 2020 del 42%!”

E le trombosi? Sono possibili in tutte le infezioni importanti e nelle broncopolmoniti gravi.

 

“Il Covid ha aumentato il rischio di averne una del 100% e per questo quasi tutti i pazienti ospedalizzati con Covid ricevono un trattamento anticoagulante (dovrebbero averlo solo loro). E allora, prima di parlare di queste eventualità come “effetti collaterali” di un vaccino, inquadriamole bene come nemico da combattere! Il vaccino serve per combatterle non per rischiarle!

È lo stesso discorso della encefalite da morbillo: un caso ogni 2000 con la malattia, un caso ogni due milioni con il vaccino. Il vaccino ha fatto scomparire l’encefalite da morbillo! (nelle zone dove la copertura ha raggiunto il target) Chiarito di che parliamo, dobbiamo ammettere che ci sono stati casi rari di miocarditi e pure trombosi anche con il vaccino. Ma la frequenza di questi eventi da vaccino è stata enormemente più bassa! E con una attenta sorveglianza dopo il vaccino i rarissimi casi sono stati curabili. ll punto su cui vorrei far riflettere però è un altro: con l’infezione da Covid questi problemi nei bambini sono stati molto più rari se non eccezionali. È un dato che dei 4 milioni di bambini vaccinati fino ad oggi, più i tremila che hanno fatto parte degli studi per ammettere il vaccino, non ci siano ancora registrati casi gravi di reazioni al vaccino (facciamo le corna!). Studi clinici abbreviati: vero che non abbiamo follow up lunghi e vero che non possiamo valutare dati a lungo termine. Ma è ancora più vero che in un momento drammatico come questo, forse il peggiore dell’ultimo millennio, planetario e paragonabile solo alla guerra mondiale con milioni di morti, l’attesa per prendere decisioni ha un costo altissimo! Il proverbio dice che “mentre il dottore pensa il paziente muore!”  Qui una settimana di attesa in più costa morti, tanti! Nell’emergenza il dottore taglia la gola per aprire una via all’aria quando il paziente sta morendo per un boccone storto! Non pensa che potrebbe venire una infezione o una emorragia! Prende il primo coltello che trova, taglia…e salva la vita! Questo non significa che gli studi non siano stati rigorosi, in cieco, con i controlli e con revisione severa di organi indipendenti. Non significa che non ci siano state sperimentazioni su numeri validati ampi e non significa che le aziende farmaceutiche abbiano potuto agire senza essere sottoposte a severissimi controlli! L’EMA, L’AIFA, i nostri istituti di ricerca dal Mario Negri in poi e gli istituti di ricerca di tutti gli altri stati occidentali insieme a tutti gli organi di controllo europei hanno lavorato benissimo! Noi non abbiamo usato il vaccino russo e nemmeno quello cinese! Ci sarà un perché. Noi abbiamo la fortuna di vivere in stati democratici liberi con istituti di ricerca serissimi e all’avanguardia! Non dimentichiamolo. La critica piuttosto dovrebbe essere un’altra: noi paesi ricchi abbiamo rubato al mondo quasi tutti i vaccini disponibili! Abbiamo lasciato solo le briciole ai paesi poveri.  Adesso che stiamo comprendendo che il Covid colpisce tutti, senza guardare razze, religioni o confini, facciamo la parte dei “benefattori” decidendo che dobbiamo “donare” vaccini anche a chi non li ha. L’assurdo è che il mondo ha fame di vaccini e da noi che abbiamo fatto scorte infinite si protesta per non farli!”

Il personale sanitario ha vissuto gli ultimi anni con enorme fatica; eppure, lei dalla sua pagina Facebook non ha mai mancato di essere vicino alle famiglie con una divulgazione chiara, empatica e di grande sostegno, dal riscontro di percepisce l’esigenza dei genitori di avere un riferimento. Cosa ne pensa?

“Vero, stiamo lavorando da tempo con grande difficoltà e fatica. Spesso in tensione. Quando si parla di bambini si toccano emozioni forti. L’essere pediatra permette di entrare nelle storie, nelle famiglie, nella umanità. Curiamo la tosse, vero, ma spesso dietro la paura di una tosse c’è tanto altro. Gli occhi che si incontrano raccontano molto più delle parole e noi dobbiamo saper guardare gli occhi per imparare ad ascoltare le parole.”

Vaccinarsi vuol dire volersi bene?

“Sì. Ne sono convinto e per protegge quando si ama! Non si può combattere una paura con una paura ancora maggiore! Non funziona una comunicazione della serie “se non ti vaccini morirai!” elencando rischi e scenari apocalittici. Mi sembra molto più corretta una informazione serena e onesta che metta in risalto l’aspetto bello di un vaccino! Quello della protezione, della premura, dell’abbraccio. Un vaccino è questo: Protezione! E allora… “Vaccinamiamoli!” non “Vacciniamoli!””

Molti bambini si sono trovati, loro malgrado, a vivere esperienze come la DAD, l’isolamento, la mancanza di contatto fisico e di sport, crede che ci saranno ripercussioni?

“Siamo animali sociali. Abbiamo bisogno di contatto, incontro relazione. L’isolamento ci fa male! È una vera malattia che ha ripercussioni su tutto il nostro organismo, non solo per quanto riguarda gli aspetti psicologici. Lessi di uno studio particolare. Si trovarono dei volontari che accettarono di farsi inoculare il rinovirus per studiare il raffreddore in condizioni sociali diverse. Due gruppi: uno dove tutti erano insieme e un altro dove i volontari avevano accettato di restare del tutto isolati per tutto il decorso del loro raffreddore.”

Come andò a finire?

“Finì che quelli che erano stati tutti insieme guarirono prima e meglio di quelli che erano stati isolati! Perché? Perché il sistema immunitario è fortemente influenzato dal sistema neuroendocrino che ha bisogno di relazione per mantenere il suo benessere e la sua efficienza. È noto che la solitudine e la depressione comportano un decadimento fisico che può portare a malattie organiche anche gravi. Tutto questo in età pediatrica, cioè in un momento fondamentale per lo sviluppo è certamente molto più grave. Nella mia esperienza, condivisa da tanti colleghi, c’è stata una vera epidemia di disturbi psicosomatici. Dai mal di pancia ai mal di testa alle fobie e i disturbi del sonno. Abbiamo visto sindromi fobiche e difficoltà di attenzione. Abbiamo visto poi anche una impennata di disturbi alimentari e di sovrappeso! Più volte le società pediatriche hanno cercato di far sentire la loro voce su questi rischi e la chiusura delle scuole non è mai stata incoraggiata dai pediatri. Le evidenze di contagi a scuola erano scarse e i bambini erano infettati dagli adulti e non viceversa. La scuola poi non è immagazzinamento di nozioni ma relazione, capacità di gestire regole e spazi, sviluppo della intelligenza emotiva all’interno di gruppi di pari. La DAD non è pediatrica! Ma è andata e speriamo non torni.”

Ci saranno ripercussioni?

“Siamo già abbastanza depressi per aggiungere un ulteriore angoscia su possibili “traumi infantili” permanenti! Meglio guardare la straordinaria capacità plastica dei cervelli dei bambini che per definizione sono “animali adattivi”! Ok ci saranno stati dei danni, ma relazioni sane e appaganti in contesti positivi ricostruiscono tutto e permettono guarigioni totali. Non angosciamoci quindi a guardare indietro e facciamo tutto quello che possiamo perché la loro vita relazionale possa essere serena e libera!”

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