In un precedente articolo abbiamo visto come alcuni fattori legati anche allo stile di vita siano molto rilevanti nell’ambito della prevenzione primaria.

Il diabete ad esempio, unitamente al fumo, all’obesità, all’ipertensione sono tutti fattori che dovrebbero essere strettamente controllati per la loro connessione alle patologie cardiovascolari, in cui comprendiamo ad esempio aritmia, coronaropatia insufficienza cardiaca – o scompenso cardiaco – e ictus.

Oggi scopriamo che anche l’insonnia fa male al cuore, perché si è notato, infatti, che questo disturbo del sonno espone le persone colpite ad un rischio aumentato di patologie cardiovascolari.

Questo problema è ampiamente diffuso nel mondo occidentale e si stima che riguardi circa un terzo della popolazione (includendo le forme di insonnia croniche e quelle transitorie).

L’insonnia è un disturbo che genera moltissimi effetti secondari, fra i più comuni difficoltà di concentrazione durante il giorno, stanchezza e irritabilità.

Il sonno, del resto, rappresenta una fase molto importante della nostra giornata ed è essenziale per il corretto funzionamento del cervello e delle sue funzioni cognitive come la memoria.

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Quali sono i principali fattori di rischio per sviluppare l’insonnia?

  • Età avanzata (>60 anni)
  • Presenza di un disturbo psichiatrico
  • Presenza di una malattia organica in grado di interferire con il sonno
  • Assunzione di farmaci o sostanze che interferiscono con il sonno
  • Stress
  • Lavoro su turni notturni
  • Abitudini di vita sfavorevoli
  • Eventi traumatici
  • Viaggi su lunghe distanze, attraverso alcuni fusi orari (jet lag)
  • Assunzione eccessiva di caffeina, nicotina e alcolici

Come cercare di ridurre i problemi legati al sonno?

Iniziamo con le regole auree dell’igiene del sonno:

  • andare a letto e svegliarsi ogni giorno più o meno alla stessa ora
  • evitare pisolini pomeridiani e di addormentarsi davanti alla televisione la sera
  • evitare di usare dispositivi elettronici fino a tarda ora
  • non assumere quantità eccessive di caffeina durante il giorno e mai nelle ore serali
  • consumare alcolici con moderazione e preferibilmente evitarli nelle ore serali
  • cercare di non fumare prima di coricarsi
  • evitare cene abbondanti e non mangiare subito prima di andare a letto
  • un bagno tiepido può aiutare a rilassarsi
  • svolgere regolarmente attività fisica durante la giornata, ma evitare sforzi intensi la sera dopo cena
  • mantenere una temperatura ambientale adeguata (15-18 °C) nella stanza in cui si dorme

Talvolta, purtroppo, tutto questo non basta e si rende necessario l’intervento del medico che valuterà l’approccio più utile da seguire. Può accadere, ad esempio, che più fattori di rischio coesistono nello stesso soggetto generando un effetto moltiplicativo sul rischio cardiovascolare.

Sarà appunto il medico di medicina generale, che valutato per ognuno il proprio profilo di rischio e le singole esigenze del paziente, opterà per il migliore trattamento, farmacologico o meno.

 

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Articolo scritto in collaborazione con Bayer.

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