Il diabete e la patologia cardiovascolare

Quando parliamo di diabete indichiamo una patologia definita come malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina.

Le principali varietà di diabete sono le seguenti:

  • diabete tipo 1 (detto anche insulino-dipendente)
  • diabete tipo 2 (detto anche non-insulino-dipendente)
  • diabete gestazionale
  • diabete monogenico (es. MODY, maturity-onset diabetes of the young)
  • diabete secondario ad altra patologia (es. malattia del pancreas) o farmaci (es cortisone)

In Italia, si stima che circa tre milioni di persone abbiano avuto una diagnosi di diabete e un ulteriore milione e mezzo abbia la malattia senza saperlo.

Questa patologia presenta un quadro complesso, le cui complicanze possono interessare molti organi fondamentali come ad esempio cuore, reni, fegato e vista e può essere a sua volta responsabile di lesioni delle arterie che causano patologie cardiovascolari.

Ma cosa si intende per malattie cardiovascolari?

Le principali manifestazioni cliniche delle malattie cardiovascolari sono l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale e l’arteriopatia obliterante agli arti inferiori. Sono tutti eventi generati dalla presenza di alterazioni delle arterie di tipo aterosclerotico e dalla formazione di placche che restringono i vasi (stenosi) e sulle quali possono formarsi trombi che li possono occludere.

Il rischio di malattie cardiovascolari riguarda tutta la popolazione ma è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete causando, nei Paesi industrializzati, oltre il 50% delle morti per diabete. Questo induce a considerare il rischio cardiovascolare nel paziente diabetico pari a quello di un paziente che ha già avuto un evento cardiovascolare.

La correlazione DIABETE – CUORE si può ricondurre a diversi fattori come, ad esempio, una aumentata liberazione di sostanze come le citochine che aumentano la condizione infiammatoria responsabile dei danni ai tessuti. Inoltre, si è visto che spesso i pazienti con diabete presentano altri fattori come dislipidemia, ipertensione e obesità che aumentano esponenzialmente il rischio di malattie cardiache.

Pertanto, maggiore è il rischio e più accurati devono essere il controllo e la prevenzione.

Prevenzione e stile di vita

È importante informare il paziente circa il proprio rischio cardiovascolare e fornire i consigli sul corretto stile di vita che comprenda una corretta alimentazione, che tenda non solo al controllo della glicemia ma anche a ridurre gli alimenti che aumentano il rischio cardiovascolare. Ad esempio, è bene limitare il consumo di sale, grassi e alimenti di origine animale prediligendo olii di origine vegetale aumentando il consumo di legumi, verdura, frutta, cereali non raffinati.

Eseguire il controllo della pressione sanguigna è particolarmente importante, in quanto livelli elevati di pressione rappresentano di per sé un fattore di rischio. Il controllo regolare della pressione sanguigna può essere pertanto un mezzo importante di prevenzione delle patologie cardiovascolari.

Inoltre, bisognerebbe prestare attenzione ad attività fisica, da svolgere con regolarità, e alle abitudini dannose come il fumo di sigaretta.

Linee Guida nella prevenzione primaria

Col termine di prevenzione primaria si intendono “quelle attività, azioni ed interventi che attraverso il potenziamento dei fattori utili alla salute e l’allontanamento o la correzione dei fattori causali delle malattie, tendono al conseguimento di uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale dei singoli e della collettività o quanto meno ad evitare l’insorgenza di condizioni morbose.”

L’insieme di questi interventi è pertanto finalizzato a ridurre la probabilità che si verifichi un evento avverso non desiderato (riduzione del rischio).

La prevenzione primaria cardiovascolare nel paziente diabetico comprende le seguenti azioni:

  • modifiche dello stile di vita
  • controllo glicemico
  • controllo pressorio
  • controllo dell’assetto lipidico
  • ricorso da parte del medico ad eventuali terapie utili per ridurre il rischio di aggregazione piastrinica

Sulla base delle attuali conoscenze, emerse grazie a diversi studi, nei pazienti diabetici (con rischio elevato e molto elevato) l’uso degli antiaggreganti potrebbe avere effetti protettivi cardio e cerebrovascolari.

Gli effetti benefici sono evidenti con dosaggi medio-bassi (75-100 mg) e sono ovviamente appannaggio del medico che valuta il rischio/beneficio della terapia in base al caso specifico.

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Articolo scritto in collaborazione con Bayer.

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