Parlare di allergie rimanda, quasi istintivamente, alla primavera e ai pollini. Tuttavia, numerosi fattori rendono anche la stagione autunnale un campo fertile per le allergie. Un appuntamento fisso e puntuale anno dopo anno, che costringe chi ne è soggetto a trascorrere giornate tra ostruzioni nasali, starnuti, rinorrea, tosse, occhi rossi, lacrimazione abbondante, bruciore o pizzicore alla gola, respiro sibilante e respirazione difficoltosa.

Le allergie, di fatto, sono una risposta del nostro organismo ad alcune sostanze presenti nell’ambiente, negli alimenti o nei farmaci, chiamate allergeni. Si tratta di sostanze innocue che, tuttavia, nei soggetti allergici scatenano una reazione immunitaria eccessiva, in quanto vengono riconosciute dal loro corpo come “nemici” da combattere con conseguente produzione di un anticorpo, l’immunoglobulina E, e di istamina, che inducono una serie di reazioni tipiche dell’allergia.

Solitamente, si nasce con una predisposizione genetica all’allergia: l’esordio tipico si ha in età pediatrica e giovanile, quando il soggetto entra in contatto con uno o più allergeni, ma la malattia allergica può manifestarsi in qualunque momento della vita. Pertanto, non si ha modo di evitare lo sviluppo di un’allergia; in caso però di allergia nota, si può adottare la via della prevenzione con l’eliminazione o la riduzione del contatto con l’allergene, ove e quando possibile. Pertanto, in caso di allergie alimentari, andranno eliminati dalla dieta cibi specifici, in caso di allergie alla polvere, sarà necessario porre maggiore attenzione alla pulizia degli ambienti; il discorso è sicuramente più difficile nel caso dei pollini. In diversi casi, su prescrizione del medico allergologo, si può ricorrere a vaccini specifici somministrando dosi crescenti di allergene per produrre una certa tolleranza.

ALLERGIE AUTUNNALI, COSA LE SCATENA?

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Anche il periodo autunnale è caratterizzato dalle comuni allergie a pollini (quelli estivi che continuano a circolare nell’aria e quelli prodotti dall’impollinazione di piante tardive?), a muffe e ad acari della polvere (sebbene quest’ultima rappresenti una presenza costante ed importante in tutte le stagioni). 

Tra le diverse aree italiane esistono differenze significative nella sensibilizzazione ai vari allergeni, legate a fattori climatici e naturalistici. Se al nord Italia in questi mesi è il polline dell’ambrosia e delle graminacee a dare filo da torcere, al centro e al sud è il polline della parietaria il vero “protagonista”.

Se è vero che l’ambrosia è in circolo già da diversi mesi, è pur vero che una sola pianta può produrre fino a un miliardo di grani di polline in grado di viaggiare anche per chilometri, ed è per questo che resta in circolo fino ad ottobre circa.

Alcune asteracee, come la verga d’oro, l’artemisia, chiamata anche assenzio; l’amaranto e le graminacee, come orzo, avena, frumento, segale, riso e mais, la cui fioritura va da marzo fino a settembre inoltrato, sono responsabili delle più comuni e diffuse forme di allergie.

Come accennato sopra, un ulteriore pericolo è rappresentato dagli acari della polvere, che vengono sollevati in aria dai sistemi di riscaldamento, e dalle spore di alcune muffe, che aumentano nella stagione autunnale a causa delle piogge ricorrenti e della maggiore umidità, tipica degli ambienti chiusi e poco arieggiati.

SINTOMI

  • Tosse e starnuti;
  • Cute pruriginosa e/o arrossata;
  • Rinorrea, “naso che cola”;
  • Congestione nasale, “naso chiuso”;
  • Congiuntiviti (sintomi a carico dei seni paranasali e congestione delle vie aeree più o meno grave);
  • Asma;
  • Lacrimazione e prurito oculare.

PERCHÉ GLI OCCHI SONO SUSCETTIBILI AGLI ALLERGENI?

Le condizioni più comuni riscontrate dagli allergologi e dagli oftalmologi sono l’allergia oculare e la congiuntivite allergica stagionale o perenne, con sintomi che colpiscono gli occhi e/o le vie aeree.

Le reazioni allergiche agli occhi sono legate alla vulnerabilità della loro superficie, costantemente esposta ad allergeni come pollini, acari e altre sostanze presenti nell’ambiente. Possono anche però essere causate da forfore, piume o peli di animali domestici e dal contatto con prodotti cosmetici (detergenti, creme e/o trucchi).

Nel caso dell’allergia oculare, il nostro sistema immunitario innesca una reazione infiammatoria della membrana congiuntivale, un sottile strato mucoso che ricopre la superficie anteriore del bulbo oculare e quella interna delle palpebre, quando entra in contatto con le sostanze irritanti. Ne consegue un rilascio di liquidi che si manifesta con l’abbondante lacrimazione.

Altri sintomi comuni che colpiscono chi soffre di allergia agli occhi sono:

  • Prurito e sensazione di bruciore;
  • Arrossamento;
  • Palpebre leggermente gonfie;
  • Particolare sensibilità alla luce;
  • Sensazione di sabbia negli occhi;
  • Visione lievemente offuscata.

COME TRATTARE L’ALLERGIA OCULARE

Come tutti i sintomi tipici delle allergie, anche i sintomi oculari possono essere fastidiosi e talvolta invalidanti; è però possibile trattarli e, in casi non gravi, ottenere una sensazione di sollievo sia a breve che a lungo termine. Comunemente, la terapia medica prevede il ricorso a colliri ad azione antinfiammatoria ed antistaminica, eventualmente associati ad un sostituto lacrimale.

Non sono da sottovalutare semplici rimedi naturali, come impacchi freddi sugli occhi, utili soprattutto per decongestionare riducendo la sensazione di prurito.

 

Altre piccole accortezze utili in questo senso:

  • Assicurarsi di far arieggiare ogni giorno gli ambienti per almeno mezz’ora;
  • Aumentare la pulizia di pavimenti e ambienti, evitando, se possibile, mobili e decorazioni che favoriscono l’accumulo di polvere e il deposito di peli degli animali;
  • Cercare di mantenere nelle stanze un tasso di umidità inferiore al 50% per prevenire la formazione di muffe, veicolo di allergeni;
  • Lasciare le scarpe alla porta o, quantomeno, evitare di indossarle in casa così da non diffondere ovunque il particolato esterno;
  • Sottoporsi a lavaggi nasali quotidiani con soluzioni saline apposite. Non è un vero gesto di prevenzione, ma si tratta comunque di una buona abitudine che nel tempo può rivelarsi utile

È comunque sempre bene sottoporsi ad una diagnosi accurata a cura di un allergologo, che condurrà gli opportuni test per rilevare la presenza di un’allergia oculare e la relativa gravità e prescrivere la terapia più opportuna.

 

 

                               Articolo scritto con il contributo non condizionante di Bausch & Lomb 

 

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