La stagione autunnale porta sempre con sé dei cambiamenti, tra cui anche il cambio dell’ora. Ogni anno, però, ci poniamo sempre la stessa domanda: le lancette si spostano in avanti o indietro? Il passaggio dall’ora legale (che va dall’inizio della primavera fino ad ottobre) all’ora solare (che va da fine ottobre e per tutto l’inverno) avverrà tra sabato 29 e domenica 30 ottobre 2022, dovremo quindi spostare le lancette indietro di un’ora. Questo vuol dire un’ora di sonno in più la notte, ma un’ora di luce giornaliera in meno.

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Lo sapevi che…

L’origine dell’ora legale è di natura prettamente economica e la prima proposta fu avanzata nel Settecento dall’americano Benjamin Franklin (inventore del parafulmine). Tuttavia, fu solo nel 1916 che in Inghilterra si ideò un sistema che potesse permettere di guadagnare qualche ora di luce in più per le attività produttive. Lo spostamento dell’ora permise di evitare l’uso prolungato di luce artificiale, riducendo così i consumi e i costi.

Proprio nelle ultime settimane, a causa dell’aumento dei costi dell’energia, è stata avanzata la proposta di abolire il cambio dell’ora, mantenendo l’ora legale tutto l’anno. Con un dibattito ancora in corso, per ora il passaggio all’ora solare è confermato ed è fondamentale prepararsi al meglio.

LA REAZIONE DELL’ORGANISMO

Trattandosi di un provvedimento arbitrario, per il nostro fisico ci sono inevitabilmente degli impatti, simili a quelli che si manifestano per via del jet-lag. Alcuni di questi sono:

Disturbi del sonno

In questo periodo la presenza di problematiche legate al sonno può variare notevolmente da persona a persona. Un’ora di sonno in più può comportare effetti negativi nei “gufi”, coloro che preferiscono addormentarsi tardi, e soprattutto nelle “allodole” che amano svegliarsi presto la mattina e godersi le prime luci del giorno.

Difficoltà a concentrarsi

Un cattivo riposo può causare anche un calo della concentrazione, con conseguenti effetti sulle prestazioni scolastiche e lavorative.

Alterazioni del tono dell'umore

Il passaggio all’ora solare riduce il numero di ore di luce nella giornata e questo può rendere alcune persone particolarmente irritabili. Ciò è dovuto alla minore produzione di serotonina, l’ormone del benessere; la cui secrezione, come confermato da diversi studi sul campo, è stimolata dall’esposizione alla luce solare.

AFFRONTARE IL CAMBIO DELL’ORA CON UNA CORRETTA ROUTINE DEL SONNO

È evidente il ruolo del sonno e come un cattivo riposo possa innescare a catena altri disturbi. Fortunatamente i sintomi dovuti al cambio d’ora durano, in genere, non più di qualche giorno e si possono attenuare seguendo alcune semplici regole per migliorare il riposo notturno, ovvero:

Attività fisica

Praticare attività fisica con regolarità favorisce l’addormentamento e il sonno profondo. È opportuno, però, evitare sforzi eccessivi almeno due ore prima di andare a letto. Invece, sono raccomandate tutte le pratiche per favorire il rilassamento, ad esempio una pratica di yoga per contrastare l’insonnia.

Orari regolari

Mantenere il ritmo sonno veglia, cercando di andare a dormire e svegliarsi sempre allo stesso orario.

Alimentazione

Curare l’alimentazione, specialmente a cena, evitando pasti pesanti e ricchi di grassi. L’ideale sarebbe terminare la cena tre ore prima di coricarsi ed evitare sostanze eccitanti quali caffè, tè, alcol o fumo.

Adottare una routine della buonanotte

Regolare la temperatura della camera da letto tra i 18 e i 20 gradi, preparare un bagno caldo, leggere un libro rasserenante, allontanare tutti gli schermi luminosi, accendere una candela o spuzzare sul cuscino un olio alla lavanda; sono tutti rituali per favorire il riposo.

UN CONTRIBUTO DALLA NATURA

Se, nonostante l’applicazione di queste norme, i problemi dovessero persistere, per un ulteriore supporto possiamo contare su alcune preziose sostanze come:

  • Magnesio: un minerale che è considerato un “antistress naturale”, capace di promuovere il rilassamento facilitando l’addormentamento. Inoltre, grazie alle sue proprietà miorilassanti diminuisce il tono e gli spasmi muscolari. Il Magnesio, inoltre, essendo indispensabile per molte reazioni biochimiche del corpo, rende possibili i processi che trasformano zuccheri e grassi in energia sfruttabile dalle cellule, ecco perché una sua carenza si associa a stanchezza.
  • Melissa: è una pianta dalle importanti proprietà medicamentose, tanto da essere definita l’erba amica del sonno. Questa antica pianta erbacea perenne della famiglia delle Lamiacee, viene utilizzata, infatti, come rimedio fin dal Medioevo per favorire l’addormentamento e migliorare la qualità del sonno. Inoltre, è ricca di vitamina C, nota per il suo contributo sul sistema immunitario, capace di contrastare i danni causati dai radicali liberi, considerati uno dei principali responsabili del processo di invecchiamento cellulare.
  • Semi d’uva: I polifenoli contenuti nei semi d’uva sono noti per le loro proprietà antiossidanti, che contribuiscono alla protezione delle cellule cerebrali. Infatti, alcuni polifenoli possono ridurre i danni causati dallo stress ossidativo su alcune molecole cellulari e riparano ai danni collaterali dell’insonnia. Questi preziosi composti si trovano anche in frutta e verdura, tè verde, tè nero, vino rosso, caffè, cioccolato, olive e olio extra vergine di oliva.

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Articolo scritto in collaborazione con Boiron

Co-autori:

Francesca Albano

Francesco Cobianchi

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