La fertilità è un bene da tutelare e preservare sin dall’infanzia. Banali infezioni trascurate, il fumo, l’alcol, le sostanze stupefacenti, l’obesità o l’eccessiva magrezza, la sedentarietà o l’eccessiva attività fisica possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità.

In alcune situazioni, in cui risulta difficile l’instaurarsi di una gravidanza, ci si rivolge a centri specializzati per intraprendere delicati percorsi quali la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), della quale fanno parte molte tecniche, tra cui la FIVET.

La fecondazione in vitro (FIVET) è una procedura medica che consente l’incontro fra ovulo e spermatozoo all’esterno dell’utero; gli embrioni ottenuti vengono poi trasferiti nell’utero.

L’alimentazione gioca un ruolo importante nel contribuire al mantenimento del nostro sistema riproduttivo efficiente e in buona salute. Numerosi studi hanno dimostrato che attenersi ad alcune indicazioni alimentari può migliorare l’ovulazione, diminuire gli stati infiammatori e nel maschio migliorare il quadro seminale.

Abbiamo approfondito questo tema con la Dott.ssa Teresa Coviello, Biologa Nutrizionista che si occupa di educazione alimentare, aiutando le persone, in particolare donne che intraprendono questo percorso, a individuare una strategia nutrizionale volta al raggiungimento del proprio stato di benessere psico-fisico.

Dott.ssa Teresa Coviello
L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per il benessere psico-fisico, ma in che modo si lega alla fertilità?

In base agli ultimi studi scientifici ed epidemiologici è stato visto come un’alimentazione bilanciata e sana sia un fattore che può concorrere ad aumentare le probabilità di concepimento, svolgendo un ruolo positivo sia per la fertilità maschile che femminile. Nei casi in cui siano state escluse da uno specialista altre patologie, l’alimentazione e lo stile di vita sono tra i primi fattori da correggere nei soggetti in stato di sovrappeso o obesità che hanno problematiche di infertilità, con l’obiettivo primario di rientrare in una condizione di normopeso e, in secondo luogo, di migliorare la qualità nutrizionale degli alimenti scelti.

Inoltre, l’alimentazione si lega alla fertilità non solo nel caso di soggetti in sovrappeso, ma anche nel caso di soggetti sottopeso. Donne sottopeso a causa della ridotta presenza di tessuto adiposo sottocutaneo hanno problemi di ovulazione e disfunzioni del ciclo mestruale con conseguente compromissione dello stato di fertilità.

Quanto l’obesità influisce nella fertilità di una donna?

L’obesità femminile esercita certamente un’influenza negativa sulla fertilità della donna attraverso una serie di complicati meccanismi che hanno implicazioni a livello endocrino, follicolare, di sviluppo embrionario e uterino. L’infertilità femminile può dipendere da vari fattori, tra cui per esempio: ridotta ovulazione, aumentato rischio di aborti spontanei, sindrome dell’ovaio policistico, endometriosi. Alcune di queste condizioni patologiche, come la sindrome dell’ovaio policistico, predispongono la donna a obesità centrale (obesità androide) e insulino-resistenza. Donne obese affette da PCOS mostrano tendenzialmente un quadro riproduttivo alterato rispetto a donne sane normopeso.

L’eccesso di tessuto adiposo in una donna in età fertile compromette la salute dei suoi tessuti riproduttivi, causando un danno alle cellule e l’instaurarsi di uno stato infiammatorio cronico permanente; queste condizioni riducono non solo la fertilità, ma anche la possibilità di concepimento medicalmente assistito. Inoltre, donne obese che presentano disfunzioni legate all’ovulazione, mostrano un tasso di fecondità ridotto rispetto a quello di donne normopeso che si sottopongono agli stessi trattamenti.

In conclusione, si può dire che tanto più alto è l’indicatore di massa corporea della donna (BMI) tanto più basso sarà il tasso di successo dei trattamenti di fecondazione assistita.

Quanto l’obesità influisce nella fertilità di un uomo?

Come per la donna, l’eccesso di peso compromette anche la salute e la fertilità maschile, causando livelli anomali di ormoni legati alla riproduzione, disfunzione erettile, alterazione della qualità, quantità e motilità degli spermatozoi. Per questo è fondamentale sia per una donna che per un uomo che intendono avere dei figli modificare il proprio stile di vita e seguire un’alimentazione sana ed equilibrata.

Può influire il regime alimentare in un percorso di Fecondazione Assistita? Come?

Certamente agire sul regime alimentare è imprescindibile per normalizzare il peso di una donna che è in stato di sovrappeso o obesità, prima ancora di intraprendere un percorso di fecondazione assistita, proprio perché l’eccesso di tessuto adiposo è un fattore che influenza negativamente la salute riproduttiva femminile. Inoltre, prepararsi alla FIVET, seguendo un regime nutrizionale a basso indice glicemico, è fondamentale nelle donne obese con sindrome dell’ovaio policistico, per controllare l’insulino-resistenza.

Curare l’alimentazione è indispensabile anche in quelle donne che non hanno problemi di peso, in quanto alcuni accorgimenti nutrizionali sono utili a migliorare lo stile di vita, aumentando la probabilità di buona riuscita delle tecniche di PMA. In particolare, correggere alcune abitudini come il fumo, l’uso di alcol e caffeina, migliorare la qualità delle materie prime che si portano in tavola e ridurre la sedentarietà, sono alcuni punti su cui andare ad agire per ottimizzare lo stato di salute della donna e aumentare le probabilità di concepimento.

In particolare, l’apporto di alcuni micronutrienti come l’acido folico, gli omega 3, la vitamina E, la vitamina C, il glutatione, l’acido alfa-lipoico risultano particolarmente utili per migliorare non solo la fertilità femminile, ma anche quella maschile. Il ruolo antiossidante di questi micronutrienti è utile soprattutto nei casi di subfertilità maschile, in cui gli effetti dannosi dello stress ossidativo causano danni cellulari che possono compromettere anche la qualità dello sperma. Una dieta ad alto potere antiossidante aiuta nell’implementare le naturali difese antiossidanti dell’organismo.

Che differenza c’è nella dieta di una donna che sta intraprendendo un percorso di fecondazione assistita rispetto alla dieta che adotta una donna in cerca di una gravidanza? E quali in comune?

Dagli studi scientifici attualmente disponibili la Dieta Mediterranea rappresenta il modello dietetico di riferimento per incrementare le possibilità di avere un bambino, sia naturalmente, sia nel caso in cui si faccia ricorso a trattamenti di fecondazione in vitro. Quindi non esiste una sostanziale differenza di regime nutrizionale tra la donna che intende intraprendere un percorso di concepimento naturale o medicalmente assistito.

Quello che risulta fondamentale è, invece, seguire un’alimentazione sana ed equilibrata con particolare attenzione alla qualità dei cibi consumati, cercando di prediligere quanto più possibile la scelta di alimenti freschi, frutta e verdura fresca e di stagione, carni magre, pesce, legumi e cereali integrali per garantire all’organismo l’apporto di carboidrati, proteine, lipidi, vitamine, minerali e fibra.

Anche per gli uomini esistono regimi alimentari in grado di preservare la fertilità?

Il modello nutrizionale, componenti della dieta e i nutrienti che caratterizzano l’alimentazione maschile sono fondamentali per la qualità dello sperma e di conseguenza per la fertilità maschile. In generale i dati scientifici attualmente disponibili indicano che una dieta sana, ricca in nutrienti come gli acidi grassi omega 3, alcuni antiossidanti (vitamina E, vitamina C, beta-carotene, selenio e zinco) e altre vitamine (vitamina D e folati) e povera di acidi grassi saturi e grassi trans, è utile per il mantenimento della qualità del liquido spermatico.

Come per la fertilità femminile, allo stesso modo, il consumo di frutta, verdura, pesce, carni bianche, sulla base del modello della Dieta Mediterranea correlano positivamente con lo stato di salute dell’apparato riproduttivo maschile. Al contrario, invece, l’alto consumo di alcol, caffeina e carni rosse e alimenti confezionati ha un’influenza negativa sulla fertilità maschile.

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