Il periodo di emergenza sanitaria ha modificato inevitabilmente la nostra quotidianità, i ritmi e le nostre abitudini, impattando, peraltro, anche nella sfera della salute.

Pandemia, conseguenze:

Molti hanno rinunciato all’attività fisica, ad uscire regolarmente e purtroppo, talvolta, anche ad eseguire i controlli routinari riducendo l’attenzione sulla prevenzione.

In alcuni casi c’è stata una minore partecipazione, dovuta, almeno in parte, alla elevata percezione del rischio infettivo da parte degli utenti che hanno reputato come pericoloso recarsi in strutture di tipo sanitario.

In particolare, si è notato un drastico calo degli accessi in ospedale per patologie non correlate al COVID-19, anche degli accessi legati a eventi cardiovascolari come quelli coronarici acuti.

Ma il cambiamento delle abitudini comportamentali in prevenzione cardiovascolare si è notato anche nel monitoraggio di parametri di laboratorio come, ad esempio, il profilo lipidico per valutare l’eccesso di colesterolo o l’emoglobina glicata nei pazienti diabetici.

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L’isolamento sociale ha investito anche un altro ambito legato strettamente alla salute: il sonno.

In quello che possiamo definire un rapporto bidirezionale, gli stati di ansia e depressione legati alla pandemia si legano strettamente ai disturbi del sonno, diventando uno la causa dell’altro.

I numeri ci dimostrano, infatti, che come conseguenza del Covid sono cresciuti in modo drammaticamente elevato i casi di insonnia, anche generata da stress post traumatico.

Lo stress post-traumatico (Post Traumatic Stress Disorder, PTSD) è infatti una forma di disagio mentale che si sviluppa in seguito a esperienze molto traumatiche e che purtroppo moltissime persone hanno sperimentato sulla propria pelle in questi mesi, dai sanitari coinvolti in prima linea nella lotta al Covid-19, fino ai pazienti ospedalizzati e ai loro familiari. Affrontare una pandemia generata da un virus sconosciuto ci ha catapultato in realtà e dinamiche difficili da elaborare come ad esempio non poter stare vicino ai propri cari, nella malattia e neanche nel momento della morte.

In termini di benessere psico fisico sappiamo ormai che sonno e salute vanno di pari passo, un sonno intermittente, di scarsa qualità e breve si ripercuote sul fisico e si associa – come effetto secondario – ad un rischio aumentato di patologie cardiovascolari.

Recenti studi hanno evidenziato che a risentirne sono proprio le donne, che sembrerebbero le più colpite.

Probabilmente, in molti casi, è sulle donne che ricade un forte carico di stress, causato dal dover conciliare il lavoro, la gestione dei figli – magari con la didattica a distanza – e la cura dei genitori anziani.

Questo si ripercuote, come in una sorta di circolo vizioso, in sentimenti negativi, ansia, depressione, apatia, disturbi del sonno, calo della libido, disturbi dell’alimentazione e minor attenzione in genere per gli aspetti più piacevoli e rilassanti della propria vita.

È importante interrompere questo circuito, che gli esperti definiscono disfunzionale, e cercare di adottare quanto più possibile uno stile di vita sano e attento in cui sia inclusa la cura di se stessi, senza eccessi, praticando attività fisica, diversificando le proprie attività e partecipando attivamente ai protocolli di screening consigliati.

Cercando, insomma, di volersi bene e ritagliare una porzione di tempo per se stessi a beneficio della propria salute.

Fonti

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http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioNotizieDonna.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4565

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Articolo realizzato con il contributo di Bayer.

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