Il nichel è un metallo pesante sempre più al centro dell’attenzione in quanto responsabile di circa il 30% delle forme di DAC: dermatite allergica da contatto.

Questo metallo è molto diffuso nell’ambiente e si può trovare sia in svariati oggetti come orologi, orecchini, e occhiali ma anche in moltissimi alimenti.

L’allergia al nichel è causata da un’attivazione “esagerata” del sistema immunitario in seguito al contatto del metallo col corpo umano, cerchiamo di capire meglio come riconoscerla e quali rimedi sono possibili.

Allergia al nichel diagnosi

Come si riconosce l’allergia al nichel? Appare come un eczema ovvero uno sfogo che determina prurito, arrossamento, edema e perfino vescicole. La dermatite compare nelle zone cutanee che sono venute in contatto con gli oggetti che hanno rilasciato il metallo – lobi delle orecchie, polsi, collo, regione ombelicale – ma talvolta può estendersi anche ad altre aeree.

In genere questa sintomatologia insorge dalle 12 alle 48 ore successive all’esposizione.

La diagnosi viene effettuata dal medico che può avvalersi anche dei cosiddetti patch test (test epicutaneo); la terapia può comprendere creme lenitive, cortisonici per uso topico o per bocca nei casi più severi.

Accorgimenti

Anzitutto bisogna prestare attenzione a tutti gli oggetti che possono scatenare l’allergia in seguito ad una esposizione prolungata come ad esempio orecchini, piercing, braccialetti, collane e orologi.

Ci sono anche altri oggetti che a volte vengono trascurati e invece possono essere responsabili della sensibilizzazione come chiusure lampo, cinture, occhiali, monete, accendini, forbici, chiavi, telefoni cellulari, bottoni metallici dei jeans o borchie di cinture e scarpe.

Si consiglia inoltre di utilizzare detergenti delicati e trattamenti specifici volti al ripristino della funzione barriera cutanea.

Cosmetici senza nichel

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza nelle varie terminologie che si riscontrano nei cosmetici a proposito di nichel.

In Italia, nichel e metalli pesanti sono vietati dalla legge, ma poiché questa impurezza non è eliminabile in maniera totale, la normativa cosmetica vigente (Regolamento CE n. 1223/2009) ne ammette la presenza ma solo in tracce che sono tecnicamente inevitabili.

L’eventuale presenza di tracce non compromette la sicurezza generale del prodotto e queste tracce rappresentano una quantità dieci volte inferiore a quella che induce una reazione allergica.

Tuttavia, in soggetti sensibilizzati si può optare per linee cosmetiche che effettuano dei test finalizzati ad accertare che il quantitativo sia inferiore a 0,00001%.

Con le attuali tecnologie è di fatto impossibile realizzare prodotti cosmetici completamente nichel-free -cioè senza nichel – ma è tuttavia possibile porre particolare attenzione nella selezione degli ingredienti di partenza e verificare poi il prodotto in modo che le tracce di nichel siano le più basse possibili e quindi realizzare prodotti nichel tested.

Alimenti e nichel

In caso di allergia sistemica al nichel (SNAS) è bene prestare attenzione agli alimenti che contengono questo metallo:

Albicocche, cavoli, spinaci, arachidi, carote, pomodori, fichi, cipolle, asparagi, lenticchie, farina di grano intero, fagioli, liquirizia, pere cotte e crude, funghi, mais, lattuga, piselli, mandorle, thè, aragosta, margarina, cacao e cioccolato, avocado, mirtilli, avena, frutti di mare, noci e nocciole, broccoli, patate, lievito in polvere.

Anche le pentole possono rilasciare il metallo negli alimenti cotti o conservanti, meglio optare per i materiali sicuri come vetro, terracotta o porcellana.

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