La cura della bocca, denti, labbra e gengive è uno degli aspetti della nostra salute che talvolta, purtroppo, si tende a trascurare.  Ancora oggi, infatti, le patologie del cavo orale, affliggono la stragrande maggioranza della popolazione italiana.

La maggior parte di queste ha origine dall’accumulo della placca batterica su denti e gengive, di fatti tra le più diffuse compaiono la carie dentale e la malattia parodontale.

Parola d’ordine: prevenzione

Una prevenzione efficace in questo campo comincia da corrette abitudini alimentari; è ampiamente dimostrato infatti, che un eccessivo apporto di zuccheri favorisce i batteri cariogeni nella formazione di sostanze acide in grado di danneggiare smalto e dentina. È quindi consigliato ridurre l’assunzione di dolciumi favorendo invece alimenti che contengano vitamine e minerali essenziali per la salute dei denti come calcio, fosforo, potassio, vitamine C, A e D.

La prevenzione passa da una corretta igiene orale, quindi il lavaggio dei denti dopo ogni pasto, con spazzolino e dentifricio, possibilmente a base di fluoro, che può aiutare nel rafforzare lo smalto dentale, le visite periodiche dall’igienista dentale e dal proprio dentista di fiducia, per sottoporsi ad igiene orale e al trattamento precoce di eventuali carie o altre problematiche.

Filo interdentale e scovolini: un’arma in più per la nostra igiene orale

Purtroppo, spazzolino e dentifricio non bastano, esistono infatti aree che non possono essere raggiunte da questo strumento, come le superfici tra i denti e quelle al di sotto del bordo gengivale. Fortunatamente abbiamo a disposizione valide alternative che possono sopperire a questa mancanza: stiamo parlando di filo interdentale e scovolini. Il primo fortemente raccomandato dai dentisti e sicuramente più utilizzato in ambito domestico, il secondo meno conosciuto, svolge funzioni simili ma non identiche. Scopriamone insieme le peculiarità, i metodi di utilizzo e soprattutto le differenze.

Filo interdentale

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Il filo interdentale è lo strumento per pulire le aree del punto di contatto tra i dentiI professionisti raccomandano di utilizzarlo almeno una volta al giorno.

Ne esistono vari tipi, che si differenziano per materiale di composizione e applicazione, quello non cerato è ideale per i punti di contatto più stretti, ma più soggetto alla rottura, mentre al cerato viene applicato un sottile rivestimento in cera che lo rende più resistente ma anche più spesso.

Il filo interdentale noto come “floss” è realizzato in fibre molto simili al filato con sezioni più rigide alle estremità, ed è pensato per pulire intorno a ponti dentali o apparecchi, quello estendibile invece, è realizzato con fili intrecciati, che si espandono durante il passaggio tra i denti facilitando l’eliminazione dei residui.

Il metodo corretto per sfruttare a pieno i suoi benefici è abbastanza semplice, basta seguire alcuni passaggi, ovvero: tagliarne un segmento di circa 30-40 cm, avvolgere intorno al dito medio le due estremità e afferrare il filo teso con pollici e indici per poi formare una sorta di “C” e farlo scivolare verso la radice del dente, applicando la pressione necessaria a pulirlo anche al di sotto del margine gengivale.

Ovviamente ci sono alcune accortezze che è bene mettere in atto, come evitare di imprimere troppa forza per non irritare la gengiva, utilizzare sempre un segmento di filo pulito quando si passa da un dente all’altro e sciacquarsi la bocca, possibilmente con collutorio, una volta terminata l’operazione.

Scovolino

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Lo scovolino, detto anche “spazzolino interdentale” è composto da due parti, la “testina” costituita da un’anima centrale in metallo, all’interno della quale vengono inserite setole di differente lunghezza e spessore, di solito costituite da fibra artificiale, posizionate in modo da formare un piccolo cilindro o un cono, e il manico, spesso riutilizzabile, dalla forma simile a quella dello spazzolino generico, ma generalmente più sottile.

Quando gli spazi tra i denti risultano maggiori, quindi “dispersivi” per il filo interdentale, ma non così ampi da poter essere raggiunti dallo spazzolino, ad esempio a causa di spostamenti dovuti all’età, lo scovolino si rivela prezioso per svolgere la pulizia negli spazi interdentali.

Il suo utilizzo è forse ancora più intuitivo rispetto a quello del filo interdentale; bisogna infatti farlo scorrere nelle fessure tra i denti, accertandosi di eseguire il movimento con delicatezza per evitare anche in questo caso di traumatizzare le gengive.

Unica nota da tenere a mente riguarda la differenza di movimento tra le due arcate dentali; nella superiore, infatti, andrà spinto dall’alto verso il basso, mentre ci si muoverà in senso opposto per quella inferiore. Si raccomanda di utilizzare questo strumento prima di spazzolino e dentifricio, permettendo così a quest’ultimo di penetrare al meglio tra le fessure interdentali.

Differenza tra scovolino e filo interdentale

La principale differenza come abbiamo visto, riguarda l’applicazione: il filo interdentale sarà consigliato per i soggetti con spazio interdentale ridotto, mentre lo scovolino è maggiormente utile per chi ha denti maggiormente distanziati. Vista la grande varietà di forma e misura degli scovolini in commercio, è necessaria una valutazione più approfondita rispetto a quella per un filo interdentale, preferibilmente sotto consiglio del dentista, per scegliere il più adeguato alle proprie esigenze.

Proprio gli scovolini monouso in gomma rappresentano una valida alternativa rispetto al nylon del filo interdentale, per chi ha gengive particolarmente sensibili che necessitano quindi di maggiore attenzione anche durante la pulizia.

Se siete indecisi nell’impostazione della routine di igiene orale perfetta in base alle vostre esigenze, non esitate a consultare il vostro dentista o igienista dentale di fiducia, che sapranno consigliarvi lo strumento, la forma e il materiale più adatti a voi.

Un alleato in più: il gel!

La pulizia del cavo orale, può risultare irritante per la mucosa e le gengive, in particolare se si soffre di parodontite, nei bambini, che presentano gengive più sensibili, oppure se ci si è sottoposti ad un trattamento odontoiatrico come un’estrazione o l’impianto di una protesi.

In questi casi è consigliato, oltre alle consuete pratiche e strumenti già descritti, adottare qualche accorgimento in più, particolarmente utile può quindi risultare il gel orale. Ne esistono di vari tipi, da quelli specifici per i pazienti affetti da parodontite, a quelli per i bambini, ma condividono alcune prerogative, in particolare le proprietà antisettiche, idratanti e lenitive per le gengive. In più sono utili per la prevenzione di placca e afte.

Per utilizzarli al meglio sarà sufficiente applicarli dopo i trattamenti di pulizia orale, con l’accortezza di effettuare solo movimenti delicati, per non peggiorare o indurre lo stato infiammatorio.

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Articolo scritto in collaborazione con Curasept

Articolo a cura Francesco Cobianchi con la supervisione scientifica di Claudia Brattini

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