Chi pratica equitazione conosce bene i benefici che derivano dall’intima comunione che si instaura con il cavallo, in quella che possiamo definire una sincronia magica e perfetta che per di più si svolge anche a contatto con la natura.

Ma c’è un altro enorme vantaggio dalla vicinanza con questi animali straordinari ed è la possibilità di praticare l’ippoterapia o TMC, terapia per mezzo del cavallo.

Evidenze scientifiche, infatti, hanno dimostrato come la relazione con il cavallo sia in grado di indurre una risposta emozionale che migliora la qualità della vita delle persone. Inoltre, si dimostra capace anche di produrre vantaggi specifici in condizioni particolari come in caso di disabilità, disturbi del comportamento, ansia, disturbi alimentari e di interazione con le persone.

Oggi ne parleremo con Pia Rosani, presidente della Associazione FUTURA di Cremona che si occupa proprio di riabilitazione dell’infanzia anche mediante l’ippoterapia.

COS’È LA TMC, TERAPIA A MEZZO DEL CAVALLO?

La terapia a mezzo del cavallo -TMC- è una pratica riabilitativa che fa interagire un soggetto fragile con il cavallo al fine di raggiungere un maggiore benessere psicofisico.

QUALI SONO GLI ELEMENTI FONDANTI CHE RENDONO COSÌ EFFICACE QUESTA TERAPIA SPECIALMENTE CON I BAMBINI DIVERSAMENTE ABILI?

La terapia a mezzo del cavallo si basa su un fattore molto importante che è l’empatia di questo animale meraviglioso e dolcissimo. Il cavallo, in forza del suo desiderio e della sua predisposizione alla vita, in branco cerca il contatto con i ragazzi e cerca di costruire un legame con loro. Questo permette al cavallo di percepire le difficoltà o anche solo una fragilità di chi è in sella e comportarsi in modo da contribuire al benessere del ragazzo stesso.

L’empatia che si instaura tra il cavallo e il ragazzo in sella rende possibile un percorso finalizzato a scoprire delle capacità e abilità nascoste da poter valorizzare. Inoltre, permette di rendere il soggetto fragile consapevole delle proprie potenzialità e quindi fiducioso di poter arrivare ad obiettivi sempre più complessi.

QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE IL CAVALLO ADATTO ALL’IPPOTERAPIA?

Il cavallo ideale per l’ippoterapia deve avere delle caratteristiche precise:                               

  1. carattere tranquillo e mansueto, dotato di pazienza.
  2. altezza di almeno 160 cm al garrese, in quanto l’andatura deve essere armonica e regolare per garantire un valido intervento riabilitativo di tipo motorio.
  3. il cavallo non deve presentare zoppie particolari che alterino l’andatura e che rendano doloroso per il cavallo la messa in sella del ragazzo.
  4.  il cavallo deve essere curato e ben alimentato.
CHE RUOLO RIVESTE L’IPPOTERAPISTA?

l’ippoterapista ha un ruolo di grande rilievo nella terapia a mezzo del cavallo, sviluppando diverse competenze tra cui annoveriamo:

  • gestione e la cura e l’alimentazione dei cavalli in base alle condizioni fisiche degli animali.
  • sensibilità nel capire se il cavallo da utilizzare sta bene e può affrontare la terapia.
  • individuare le potenzialità del bambino/ragazzo/giovane adulto.
  • capacità di proporre esercizi finalizzati al potenziamento motorio, al contenimento emotivo e al rafforzamento dell’autostima.
IL CONTATTO DIRETTO CON I CAVALLI PRODUCE BENEFICI PIU’ PSICOLOGICI O MOTORI?

I benefici che derivano dalla terapia a mezzo del cavallo non sono mai di una sola natura: il beneficio costante è quello motorio perché il passo armonico del cavallo imprime un movimento e una ginnastica rinforzante ai muscoli del dorso e delle gambe e questo diventa fondamentale per i ragazzi con problematiche motorie di ipotonia e di plegie.

La valenza riabilitativa si incrementa poi con un beneficio psicologico che si sviluppa attraverso questa attività per cui gli utenti raggiungono obiettivi importanti come il potenziamento dell’equilibrio, la migliore capacità di coordinarsi e di muoversi, maggiore fiducia e consapevolezza di sé stessi e in molti casi una drastica riduzione degli stati d’ansia e di conseguenti disturbi del comportamento.

CI SONO CONDIZIONI IN PARTICOLARE COME L’AUTISMO, AD ESEMPIO, IN CUI I PROGRESSI SONO MAGGIORMENTE TANGIBILI?

In trenta anni di attività si possono contare tantissimi episodi dove si è proprio toccato con mano il raggiungimento di obiettivi importanti per i ragazzi con disabilità. Io stessa, come genitore, ho portato mio figlio a Futura quando aveva 2 anni e nel giro di un anno i suoi muscoli si sono rafforzati e ha iniziato a camminare. Adesso che di anni ne ha 23, ha imparato ad andare al trotto e al galoppo e a prendersi cura del cavallo, suo grandissimo amico.

Se poi guardiamo i casi con problematiche della sfera autistica, il benessere dei ragazzi si manifesta in modo spontaneo e tangibile: ci sono ragazzi che arrivano al centro con una carica di sofferenza e incomunicabilità che li rende cupi e a volte aggressivi e dopo la terapia si rasserenano e ci salutano ripagandoci con sorrisi smisurati…davvero impagabile la nostra emozione!!!

COME SI SVOLGE UNA LEZIONE TIPO, E QUALI FASI PREVEDE?

L’accesso alle terapie avviene in modo graduale per dare modo al terapista di conoscere il paziente, i suoi punti deboli e soprattutto i punti di forza da cui partire per impostare strategie di sviluppo di competenze. Il cavallo, come approccio ludico, permette al bambino di dare il meglio attraverso una terapia che gli sembra un gioco. Le terapie hanno durata di mezz’ora con cadenza settimanale e vedono il bambino in sella ad affrontare percorsi e giochi di stimolazione oculo- manuale. Accanto al bambino, a terra, c’è la terapista e i volontari che assistono e si relazionano con il ragazzo.

PUO’ RACCONTARCI UN EPISODIO IN PARTICOLARE CHE IN QUESTI ANNI L’HA COLPITA MAGGIORMENTE?

Come dicevo, tanti sono gli episodi meritevoli di essere ricordati, ma in particolare posso dire che la sensibilità del cavallo si è dimostrata veramente importante con un ragazzo affetto da epilessia farmacoresistente, con problematiche cognitive gravi. Per questo tipo di utente sono sconsigliate tutte le attività motorie non tanto come controindicazione ma come precauzione per eventuali cadute.

In accordo con la famiglia e con l’aiuto di volontari per la messa in sicurezza, abbiamo permesso a questo ragazzo di andare a cavallo, attività da lui molto apprezzata, e ci siamo accorti che il cavallo avvertiva l’insorgere della crisi qualche secondo prima che si manifestasse e si fermava dando la possibilità di far scendere il ragazzo da sella e assisterlo. Questo “dono” del cavallo ha permesso a questo ragazzo di non privarsi di una attività che lo divertiva e lo faceva stare bene e ha permesso a noi di dare un contributo sostanziale alla qualità di vita di un ragazzo in grande difficoltà.

Per tutto questo siamo grati ai nostri amici cavalli, perché la loro forza fa la differenza per i nostri ragazzi, e riempie di felicità tutti quelli che lavorano con loro.

“Cavallo e uomo si fondono in un tutt’uno, in una misura tale che non ha più senso dire chi dei due sta effettivamente addestrando l’altro. Questo è il motivo, per il quale, una relazione incentrata sulla duplicità di rapporto, cavallo-cavaliere, svolga una azione così evidente sulla mente dell’uomo, iniziandolo a comprendere con lo spirito e a osservare con gli occhi l’opportuna limitazione dell’azione e l’esclusione di ogni arbitrio e del caso.”

Visita il sito web dell’associazione FUTURA:
http://www.futura.cremona.it/associazione-futura/

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